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Il nuovo piano case irlandese

  • Writer: Felice Luca Maglione
    Felice Luca Maglione
  • Sep 25
  • 2 min read
Le nuove case del piano "Housing for All"
Le nuove case del piano "Housing for All"

Il governo irlandese presenterà entro un mese un nuovo piano nazionale per affrontare la crisi abitativa. Lo ha annunciato il Taoiseach Micheál Martin, sottolineando come la situazione sia ormai insostenibile, con prezzi definiti “esorbitanti” soprattutto per i giovani e con un livello di offerta abitativa nettamente inferiore alla domanda.

Attualmente in Irlanda vengono costruite circa 30mila nuove abitazioni all’anno, ma secondo le stime ne servirebbero tra 50mila e 60mila per tenere il passo con la crescita demografica. L’esecutivo punta a realizzare oltre 300mila case entro il 2030, ma i dubbi sulla fattibilità rimangono: costi di costruzione e salari in aumento, oltre a un rallentamento dei cantieri, rischiano di compromettere gli obiettivi.


Tra le misure già approvate c’è la riforma del sistema di pianificazione, che evita la decadenza dei permessi edilizi a causa di ricorsi giudiziari e consente di estendere quelli in scadenza. Una novità pensata per sbloccare decine di migliaia di abitazioni mai avviate, soprattutto a Dublino. Il governo spinge inoltre i comuni a rivedere le aree edificabili per ampliare i terreni disponibili, con la possibilità di intervenire direttamente laddove le autorità locali non collaborano.

Un’altra proposta riguarda la costruzione di case su terreni privati, resa più praticabile dai progressi tecnologici nei sistemi di trattamento delle acque reflue. Accanto a questo nascerà un Housing Activation Office, con il compito di coordinare e velocizzare i progetti edilizi.


Lo Stato punta anche a sostenere l’acquisto della prima casa attraverso il First Homes Scheme, che resterà limitato alle nuove costruzioni e non sarà esteso alle abitazioni di seconda mano. Parallelamente, è stato deciso di alleggerire gli standard minimi richiesti per gli appartamenti, riducendo obblighi su dimensioni e spazi comuni. Una scelta che potrebbe abbattere i costi di costruzione di decine di migliaia di euro, ma che ha già sollevato polemiche per il rischio di produrre alloggi di qualità inferiore.

Sul fronte dei finanziamenti, il governo ha stanziato oltre 400 milioni di euro per l’edilizia sociale, con più di 100 milioni destinati a nuovi progetti e centinaia di milioni riservati all’acquisto di abitazioni da assegnare a famiglie vulnerabili. Sono previsti inoltre interventi per alloggi a costo calmierato e incentivi alla ristrutturazione di case vuote o alla conversione di edifici commerciali in residenze.


Nonostante l’impegno, le sfide restano pesanti. Molti comuni dovranno raddoppiare il ritmo di costruzione, mentre in diverse aree del Paese i nuovi permessi e i cantieri avviati sono in calo. A complicare il quadro ci sono i ritardi accumulati da numerosi progetti di edilizia sociale, che hanno visto aumentare i costi e allungarsi i tempi di realizzazione.

Il nuovo piano, ha promesso Martin, sarà più “mirato e concreto” rispetto al precedente Housing for All. La legge di bilancio del 2026 sarà un banco di prova fondamentale per capire se le promesse potranno trasformarsi in risultati reali.

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