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L’Irlanda scommette sulla creatività: il reddito di base per gli artisti diventa permanente

  • Writer: Felice Luca Maglione
    Felice Luca Maglione
  • 21 minutes ago
  • 2 min read
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In Irlanda il reddito di base per gli artisti è diventato realtà. Dopo un esperimento triennale avviato nel 2022, il governo ha deciso di rendere permanente il programma Basic Income for the Arts (BIA), trasformandolo in una misura strutturale nel bilancio nazionale a partire dal 2026. Si tratta di un’iniziativa che riconosce la creatività come lavoro a pieno titolo e mira a garantire una maggiore stabilità economica a chi opera nel settore culturale, spesso segnato dalla precarietà e dai redditi discontinui.


Il progetto pilota ha coinvolto 2.000 beneficiari casualmente selezionati tra oltre 9.000 candidati. Per essere considerati idonei era necessario dimostrare l’effettivo svolgimento di un’attività artistica o culturale, presentando prove concrete del proprio lavoro. Gli artisti selezionati hanno ricevuto un sussidio di 325 € a settimana, soggetto a tassazione come reddito da lavoro autonomo. Un gruppo di controllo, formato da mille persone non beneficiarie, è stato monitorato per valutare in modo comparativo gli effetti della misura.

I risultati dell’esperimento sono stati molto incoraggianti. Secondo le analisi condotte dal consorzio indipendente Alma Economics, per ogni euro investito il ritorno sociale stimato è di 1,39 euro. Gli artisti coinvolti hanno aumentato i loro ricavi medi mensili di circa 500 euro, potendo investire maggiormente in strumenti, formazione, spazi creativi e viaggi professionali. Hanno inoltre dedicato più tempo alle attività artistiche — in media otto ore in più a settimana — riducendo le ore lavorate in settori estranei alla loro vocazione. Si è registrato anche un calo della dipendenza da altri sussidi pubblici, con una riduzione media di 100 euro al mese per beneficiario.


Il programma, che diventerà permanente dopo la conclusione del progetto pilota di febbraio 2026, ripartirà a settembre dello stesso anno con un budget ridotto da 35 a circa 18 milioni di euro. Durante il periodo sperimentale, gli artisti dovevano dimostrare la propria idoneità presentando almeno due prove documentali dell’attività creativa — come mostre, pubblicazioni, performance o vendite — per essere inseriti in un elenco da cui i beneficiari venivano scelti tramite estrazione casuale anonima, in modo da evitare favoritismi o valutazioni soggettive. Anche nella versione permanente, il governo intende mantenere criteri di accesso basati su evidenze concrete di attività artistiche e un meccanismo di selezione trasparente, con la possibilità di estendere la misura a un numero maggiore di discipline creative.


Il contesto economico irlandese ha certamente favorito la riuscita del progetto. Il Paese gode di un’economia solida, con un debito pubblico contenuto, un avanzo fiscale e un gettito fiscale consistente derivante dalle multinazionali con sede in Irlanda. È un quadro che rende possibile un esperimento del genere, ma che potrebbe risultare difficile da replicare in nazioni con bilanci più fragili.


Il Basic Income for the Arts rappresenta comunque un segnale forte: per la prima volta un governo europeo riconosce concretamente il valore economico e sociale della creatività. In un’epoca in cui il lavoro culturale è spesso sottopagato e invisibile, l’Irlanda si pone come laboratorio di politiche innovative che potrebbero ispirare altri paesi a ripensare il ruolo degli artisti nella società e nell’economia.


 
 
 

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